Uno degli aspetti che concorrono da sempre alla qualità di un servizio e di cui la cooperativa Il Mosaico si occupa è l’aggiornamento in merito a tecniche educative spendibili nei vari settori in cui opera.
Tempo fa l’equipe del Girasole, ha cominciato ad interessarsi di una metodologia educativa basata sulla comunicazione non violenta, facendone un punto saldo del proprio operato.
Questo metodo, che riportiamo in breve all’interno dell’articolo, è un’ottima strategia che può essere applicata in molti contesti di relazione, e che diventa preziosa per gli educatori e per i genitori.
La Comunicazione Consapevole e Non Violenta insegna a comunicare in modo autentico, ed esprimere la propria forza, nel rispetto altrui e di noi stessi, senza essere aggressivi, superando anche la tendenza, in caso di malessere o disaccordo, a lasciare “le cose come stanno” per non ferire gli altri o per non essere feriti.
Quando c’è un problema aiuta a capire a cosa stiamo reagendo e quali sono i nostri sentimenti e bisogni e insegna come esprimere una richiesta negoziabile.
L’obiettivo non è costringere l’altro a fare ciò che vogliamo o pensiamo sia giusto, bensì è raggiungere la soluzione migliore per entrambi.
Quando la richiesta si trasforma da ordine a proposta di una soluzione possibile, si diviene capaci di accettare la risposta dell’altro, qualsiasi essa sia, permetteremo al nostro interlocutore di esprimere con chiarezza i propri sentimenti e bisogni e di fare, a sua volta, una richiesta che lasci la libertà di non essere d’accordo e di cercare insieme la soluzione migliore per entrambi.
E’ un modello semplice, un metodo in 4 passi grazie il quale osservo, sento, verifico di cosa ho bisogno, cosa mi manca per stare meglio e contemporaneamente, cosa osserva, sente, e di cosa ha bisogno l’altro.
Il primo passo è: osservare i fatti senza valutare
Occorre sviluppare la capacità di osservare e di descrivere in modo chiaro e neutro i fatti concreti che diminuiscono il proprio benessere, dando all’altro una informazione precisa di quanto sta succedendo.
In questo modo si può collegare l’emozione provata ad un evento specifico.
Il secondo passo è: identificare ed esprimere emozioni e sentimenti
Qual’è l’emozione provata in relazione a ciò che è successo e che viene descritto?
Occorre rallentare e domandarsi cosa si prova, anziché scatenare una reazione di contrattacco a qualcosa di doloroso.
Per poter intervenire occorre acquisire una maggiore introspezione. Solamente analizzando le proprie emozioni e divenendone più consapevoli, si può capire cosa prova l’altro, aumentando la libertà di scelta.
Il terzo passo è: riconoscere le necessità, i bisogni, i valori
Se viene percepito un malessere è perché un bisogno o un valore personali sono stati frustrati, e c’è quindi un’alta percentuale di insoddisfazione.. Le sensazioni, i pensieri, le emozioni sono segnali che rivelano i propri veri bisogni e aiutano a capire cosa occorre, cosa è importante e che direzione dare al proprio cammino di crescita.
L’ultimo passo, infine, è: esprimere richieste chiare e negoziabili.
A partire dalla consapevolezza dei propri bisogni reali, si impara a formulare delle richieste concrete, in modo efficace, empatico, rispettoso di sè stessi e degli altri.
Occorre quindi imparare a chiedere evitando ordini, ricompense o punizioni nell’ottica di abbandonare l’idea di potere sugli altri per trasformarlo in potere con gli altri.
Esprimere una richiesta negoziabile, quindi, e a cercare insieme all’altra persona una soluzione benefica per entrambi.
Nella pratica con i bambini, tutto questo si trasforma in un costante lavoro di condivisione di ciò che l’adulto prova in primis, per poter contenere la reazione del bambino, molto sensibile a qualsiasi variazione emotiva da parte di un adulto base sicura.
Riconoscendo e chiarificando ciò che provoca una reazione violenta, una disobbedienza, ecc…, utilizzando la frase:”Io mi sento…” anziché “Tu mi fai sentire…” diviene più facile la gestione dei conflitti, che si trasforma da lotte “muro contro muro” a compartecipazione di un emozione che appartiene a entrambe le parti.
di Michela Merlo, Anna Maria Serio, Angela Di Cola